Saturday 13 June 2009

Intercettazioni

Il disegno di legge (ddl) n.1415 ideato dal guardasigilli Alfano sulle intercettazioni telefoniche e sulla loro pubblicazione sui mezzi di informazione sta suscitando dure reazioni da piu' parti, alcune serie altre meno. Tra quelle meno serie citerei la solita raccolta di firme del quotidiano La Repubblica che e' la solita espressione della sinistra accademica lontanissima dal pensiero di chi non frequenta salotti borghesi; i risultati delle ultime elezioni amministrative sono li' a confermarlo.
Ci sono tuttavia molti motivi per non essere d'accordo con il testo attuale del ddl, che ancora deve passare al vaglio del Senato.
Secondo me il principale e' causato dal fatto che l'Italia non e' un paese normale. Da noi la delinquenza e' radicata in qualsiasi attivita', livello, estrazione sociale...purtroppo, fermo restando che ovviamente la maggior parte di noi e' gente onesta e anzi, al Sud come al Nord, ci sono organizzazioni e movimenti composti da gente comune che lottano contro lo status quo. Quindi personalmente sono contrario alla limitazione dell'attivita' di intercettazione dei magistrati e delle forze dell'ordine, che gia' sicuramente non godono dello stato dell'arte di strumenti e risorse. Noi cittadini onesti vogliamo che lo Stato sia in grado di sorvegliare al massimo delle sue possibilita' e di fermare sul nascere qualsiasi tipo di attivita' illecita. E vogliamo anche che chi ci governa sia coerente con i provvedimenti presi in ambito di sicurezza; onestamente credo che il fatto di mandare sulle strade l'esercito e le ronde per contrastare la micro-criminalita' strida con un provvedimento che limita gli strumenti per contrastare reati ben piu' gravi degli scippi.
Altra questione e' la pubblicazione delle intercettazioni, cio' per cui Repubblica sta' raccogliendo le firme per intenderci.
Da noi non e' inusuale fare processi sui media, sputtanare persone che magari sono innocenti sbattendole in prima pagina come dei mostri. Le intercettazioni sono molto spesso pubblicate non integralmente ed e' facile in questo modo decontestualizzare parole e discorsi per farli suonare come meglio aggrada a questo o a quell'editore, a questo o a quel giornalista.
Ecco si, in questo caso i media possono essere molto pericolosi quando prendono di mira qualcuno. La storia di Enzo Tortora e' una chiara e sempre piu' viva testimonianza di come, aberrazioni della magistratura e della liberta' di informazione, possono uccidere un uomo innocente.

Sunday 7 June 2009

Che commozione!

Vorrei iniziare questo blog con una immagine che sintetizza un po' la considerazione che i politici italiani hanno del loro elettorato, con particolare riferimento alla Sicilia.
Qualche giorno fa Pierferdy Casini e' venuto a Modica per dare un segno della sua vicinanza al territorio ibleo (link). Non e' mancato un suo affettuosissimo abbraccio ad una istituzione della politica modicana come Peppe Drago, la cui condanna per peculato e' stata confermata dalla Corte di Cassazione con conseguente interdizione dai publici uffici.
Ma poiche' la politica in Italia e' una cosa seria mentre la legge e' uguale per tutti, Casini conferma che Peppe Drago continuera' a fare politica con l'UdC perche' ovviamente i tre gradi di giudizio non sono sufficienti per asserire che Peppe Drago e' un disonesto.
Ma se da un lato Pierferdy e' tranquillo, dove sono gli elettori dell'UdC? Perche' non levano i loro scudi contro questo orrore, perche' nel nostro paese non si capisce che la pulizia della classe politica deve essere pretesa dal basso, cioe' da cio' che si chiama societa' civile?
Per concludere, all'UdC, che e' un partito dove la serieta' la fa da padrona come Casini ripete assiduamente ad ogni occasione, sono abituati a passare sopra le "ragazzate innocenti" dei loro esponenti di spicco. Tutti ricorderemo che quando Salvatore Cuffaro fu condannato per favoreggiamento semplice (link) lui festeggio' a cannoli (link). La ricompensa di tutto cio' e' stata una bella poltrona da senatore, che comunque noi Siciliani gli abbiamo dato.